Arte e natura
Scoprire il borgo sospeso di Vitorchiano,tra i più belli d’Italia e storicamente fedele a Roma, che custodisce l’unico Moai in Italia e fu il paese della peste nel celebre film cult l'”Armata Brancaleone”.
Vitorchiano si trova ai piedi dei Monti Cimini, circondato dalla verdeggiante valle del Vezza. L'antico borgo, noto per le attività legate all'estrazione ed alla lavorazione del peperino, è adagiato su un banco tufaceo di origine vulcanica, fratturato in enormi massi, proteso verso e sospeso sulla forra generata dai corsi d'acqua che confluiscono a formare il Rio Acqua Fredda, affluente del Vezza e del Tevere. Il territorio è caratterizzato da un paesaggio collinare, ricco di boschi di querce (in particolare il cerro), frassini, faggi (limitatamente alle pendici dei Cimini), olmi e castagni, e attraversato da ruscelli. Ciò lo rende un habitat favorevole per numerose specie di animali selvatici come volpi, faine, donnole, falchi, civette, lepri e cinghiali. Altrettanto varia è la flora, ricca di splendidi fiori e frutti selvatici, così come rigoglioso è il sottobosco con ginepri, felci, ginestre, agrifogli, pungitopi e numerose specie di funghi commestibili tra cui il porcino. Vitorchiano è un centro ricco di storia e di millenarie tradizioni. La sua posizione ardita, sullo sperone di roccia circondato su tre lati da fosse e burroni profondi, fa del suo borgo antico uno dei più spettacolari e significativi esempi di centri fortificati della Tuscia. Le abitazioni poste al limitare degli enormi sassi scoscesi, sorgono da questi senza fondamenta e sembrano quasi la loro naturale prosecuzione.
All'interno del borgo, le piazzette, i vicoli, i palazzi caratterizzati dalle scale esterne, i balconi e gli archi di Vitorchiano non finiscono mai di meravigliare, tutti di pietra scura, grigia: è il peperino, la pietra locale alla base di tante attività.
Il borgo e il suo colore sono così particolari che Mario Monicelli, il grande regista di film indimenticabili, lo ha scelto per girare delle scene de ‘L’armata Brancaleone’, pellicola del 1966 originalissima e divertente, magistralmente interpretata da un visionario Gassman, da Volontè, da una giovanissima Catherine Spaak.
Anche il territorio intorno a Vitorchiano ha caratteristiche uniche, che ne fanno l’habitat favorevole per animali selvatici come volpi, faine, donnole, falchi, civette, lepri e cinghiali.
E particolare è anche la flora, ricca di splendidi fiori e frutti selvatici, funghi porcini, castagne e nocciole, di grande qualità.
Oltre alla passeggiata intorno alle mura turrite, ambrate al tramonto, non si può fare a meno di visitare il Palazzo Comunale, che custodisce una serie di importanti documenti d’archivio e le belle case di pietra: del Podestà, del Rabbino, di santa Rosa – proprio la santa patrona di Viterbo alla quale è dedicata la ‘Macchina’, patrimonio UNESCO – e della Strega; e le tante chiese, medievali e rinascimentali, del centro storico, ricche di interessanti opere d’arte al loro interno.
Il pittoresco borgo sospeso colpì artisti come M.C. Escher, il quale realizzò un xilografia nel 1925 "Vitorchiano nel Cimino"
Pochi sanno che a Vitorchiano si trova l’unico Moai – le sculture dell’Isola di Pasqua – esistente al di fuori dell’Isola. Dopo attenta ricerca è stato scoperto che la pietra lavica più simile a quella originaria è proprio il peperino di Vitorchiano: così 11 indigeni Maori hanno realizzato il monolito a sembianza umana uguale agli originali, alto 6 metri, che da lontano ‘protegge’ il borgo viterbese, gli abitanti e quanti lo visitano.
Da non perdere le feste tradizionali che animano il borgo. Come quella del peperino in fiore, all’inizio di giugno, che colora strade e case con i fiori, animatissima e amatissima, e quella del Cavatello, ad agosto, un trionfo di pasta acqua e farina con sugo di pomodoro al finocchietto selvatico.